Il giardino delle delizie di J.C. Oates fiorisce di pathos e grandiosità narrativa

Scritto a 27 anni, Il giardino delle delizie racconta la vita di Clara Walpole scandita dalla presenza nella sua vita di tre figure maschili: Carleton, Lowry e Swan, le tre parti in cui è diviso il romanzo.

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Primo volume di una quadrilogia chiamata “epopea americana”, che continua con I ricchi, Loro e Il paese delle meraviglie, la storia ha un inizio lento e dal richiamo steinbeckiano: famiglie di contadini che lottano quotidianamente alla ricerca di un lavoro, barcamenandosi tra pochi successi e amare delusioni, povertà, poca igiene, denti neri, muscoli tesi, pelle bruciata dal sole, polvere, rottami d’auto, gravidanze e violenza domestica.

Dal momento della sua nascita, La Oates conduce il lettore nella vita di Clara, sviscerando fino all’osso gli aspetti psicologici della sua esistenza, delle sue relazioni, del suo sviluppo fisico e mentale, da bambina ingenua e disillusa, a ragazza adolescente ribelle con le idee chiare, a donna forte e decisa, e lo fa con uno stile prepotente, copioso, ricco, abbondante, prolisso, intimo e affascinante.

In 500 pagine c’è una tale abbondanza di dettagli da rimanerne spiazzati. Leggere venti pagine è come leggerne cinquanta. Il piacere della lettura è moltiplicato, un piacere profondo, insidioso, quel piacere anche fine a sé stesso, la goduria di trovarsi davanti a frasi ricche, in una traduzione eccellente. Ma anche il piacere di leggere una storia di enorme respiro, di fattura eccezionale, condotta da una voce che cambia a seconda del personaggio.

La Oates, infatti, è maestra nell’immedesimarsi nella psiche femminile tanto quanto in quella maschile, con naturalezza, e con risultati di grandissimo impatto emotivo. Per tutto il romanzo aleggia una sorta di malinconica drammaticità, con picchi di pathos che scioglierebbero anche il cuore più freddo, dai pensieri suicidi di Carleton, ai turbamenti esistenziali di Swan. In mezzo a tutto questo c’è lo sguardo spensierato di Clara.

Il mondo visto dai suoi occhi è un giardino fatto di delizie. Lei, nata e cresciuta nella povertà, in mezzo alla polvere, in case di lamiera dal pavimento di cemento freddo, spostandosi da una cittadina all’altra per seguire il padre in cerca di lavoro, rimarrà meravigliata quando scoprirà che nel mondo c’è altro. Lo stupore per una casa a due piani. La meraviglia davanti a negozi di vestiti eleganti. La gioia al contatto con la morbidezza di una stoffa per tende. La contentezza nel poter arredare una casa a suo piacimento. Anche nei periodi più turbolenti e difficili, Clara mantiene una solidità mentale che le permette di non sprofondare nella depressione e nell’autocommiserazione. Sono adulta. So badare a me stessa. Ho già 16 anni. Ho più di 18 anni. Così si difende sempre dalle accuse degli uomini che la vedono come una bambina indifesa. Lei non è indifesa. Sa gestire la sua vita e lo dimostrerà.

Un personaggio indimenticabile raccontato da una penna d’eccezione, da una Oates giovanissima ma già così talentuosa. Come lei stessa ha dichiarato, i suoi genitori non avevano grandi aspettative per lei; ogni cosa che faceva andava benissimo. Oggi, dopo 70 romanzi e 700 racconti, questa esile donna dall’aria snob e la voce delicata può considerarsi l’orgoglio della famiglia.

Il giardino delle delizie ha la densità del nucleo di una supernova, e la stessa promessa di esuberanza. Un tassello fondamentale nella produzione americana per conoscere a fondo i meccanismi di un Paese fatto di eccessi. Un Grande Romanzo, da leggere con attenzione, avidità e spirito critico.

Edito da Il Saggiatore che ringrazio per avermi inviato il file pdf. Poco dopo, però, non ho resistito e ho acquistato il volume cartaceo. Perché merita un posto nella libreria di chiunque ami la Letteratura americana con la L maiuscola.

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