Beautiful You, di Palahniuk: alla scoperta del piacere femminile

Beautiful You è il primo romanzo che leggo di Chuck Palahniuk, ed è stato un colpo di fulmine. Pubblicato da Mondadori nel 2015, questo è uno degli ultimi titoli dell’autore del famosissimo Fight Club.

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Sfogliando ogni tanto le sue opere in libreria, mi sembra di aver capito che uno dei temi principali delle opere di Palahniuk (se non il principale) è il sesso.

Trama in breve: Penny Harrigan, una giovane neolaureata in giurisprudenza, si imbatte per caso nell’uomo del momento, Cornelius Maxwell, ricchissimo geniaccio del marketing mondiale, e da quel momento la sua vita prende una piega inaspettata.

Quello che Maxwell fa alla giovane Penny è stravolgerle completamente l’idea che aveva del sesso e del piacere femminile. Utilizzandola come cavia umana per le sue ricerche sull’erotismo, Maxwell la sottopone a decine e decine di pratiche stimolanti, con l’ausilio di strumenti di sua invenzione. Il risultato: un piacere erotico che Penny non ha mai provato in vita sua, estremo, potente, sconvolgente, che la porta ai limiti della resistenza fisica. In alcuni casi gli orgasmi sono così intensi da rischiare di ucciderla, spingendola quasi al coma.

Il romanzo, dopo la prima metà in cui assistiamo a lunghe sequenze di pratiche erotiche, esperimenti e orgasmi che durano ore, cambia bruscamente rotta, assumendo le forme di una guerra tra sessi.

Pensate alla Lisistrata di Aristofane: le donne ateniesi, stufe dell’assenza dei loro mariti per colpa della guerra, decidono di intraprendere uno sciopero del sesso fino a quando non tornerà la pace nel Paese.

In Beautiful You, le donne non smettono di fare sesso per ripicca o come ricatto, ma perché scoprono qualcosa di molto più piacevole e stimolante: l’autoerotismo praticato con la linea di sex toys ideata da Maxwell. File lunghissime fuori dagli store di tutto il mondo; assenteismo femminile sul lavoro; donne che fino a quel momento non avevano mai avuto un orgasmo finalmente scoprono la magia tantrica dell’autostimolazione. Una linea di oggetti per tutte le tipologie di donne, che siano grasse, magre, giovani o anziane. Le donne si scoprono per la prima volta, dimenticando tutto ciò che le circonda.

Penny, però, dopo 136 giorni di interminabile stimolazione in cui scopre zone della sua vagina che nemmeno pensava esistessero (sì, Palahniuk, o meglio, Maxwell, è particolarmente accurato nella descrizione anatomica dell’organo sessuale femminile, e ne stimola ogni singola parte per innescare nella sua “cavia” un piacere sempre più prepotente), viene a conoscenza di una verità sconvolgente, che la porterà dall’altra parte del mondo per salvare ciò che ormai sembra essere irrecuperabile.

Un romanzo velocissimo, anche relativamente breve, che solo in pochissimi punti rischia di scivolare in banale prevedibilità (poi smentita) o nell’eccessivamente grottesco/troppo facile. Lo stile di Palahniuk, infatti, è frizzante e diretto. Non si perde mai in fronzoli. Non ci sono lunghe descrizioni poetiche. Se da New York  Penny deve andare in Nepal, il tutto accade da una riga all’altra, senza troppe parole.

In definitiva, una prima metà eccezionale e una seconda metà buona, ma non esaltante. Da apprezzare, comunque, la filosofia e i temi poco celati all’interno del romanzo, dall’emancipazione della donna, al potere che il sesso esercita sulla mente dell’uomo, alla scoperta di se stessi, con un pizzico di magia apotropaica che smorza un po’ i toni solenni della premessa.

 

Grazie come sempre a chi segue questo piccolo spazio letterario.

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Buone letture.

 

Andrea Elia

 

 

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